Amore ed Umore

Cosa aumenta il nostro umore?

L’amicizia, la ricerca, l’esplorazione, l’azione, la creatività, la curiosità, la scoperta, la socializzazione, il sogno, la fantasia, il lavoro, il gioco, la famiglia, la progettazione, la condivisione, lo sport, il movimento l’altruismo, l’impresa, il cibo, il sesso, l’amore ecc…

Ma, ahimè, anche alcol, nicotina, caffeina ecc…

(Non i soldi, non la fama, non il successo.)

Per evitare la nostra intrinseca (e fisiologica) sofferenza, creata e selezionata dalla natura (non cerchiamo cause che non esistono e relative soluzioni inefficaci), dobbiamo agire, operare, muoverci, darci da fare, e lo scopo, per noi, non è l’azione di per sé, come pensiamo e crediamo, ma solo l’effetto positivo che ha sul nostro umore.

Facciamo una cosa perché ci fa stare bene, nient’altro, questo è l’unico scopo per noi, la reale utilità dell’azione stessa non ci interessa, questa interessa, ed è utile, solo alla natura.

Se non avessimo questa nostra sofferenza, questo dolore psichico, vivremmo ancora nelle caverne mangiando bacche e bevendo l’acqua del ruscello (non avremmo bisogno di altro), ma evidentemente non ci siamo evoluti in questo modo, sia l’umore buono che quello cattivo sono stati assolutamente necessari per arrivare dove siamo arrivati (ma non so se sia stato un bene).

Quindi se vi sentite di cattivo umore non cercatene una causa, per poi credere ed illudersi di poterlo risolvere, fallirete clamorosamente e non serve, ma solo delle utili strategie di comportamento, sono queste le uniche che vi faranno stare bene.

L’Amore

Ti sei innamorato? Molto bene, nessun problema, vivila fino in fondo, giocatela, stai tranquillo che ti può solo che far stare bene. È solo la prima parte del rapporto di coppia, quella puramente egoistica, e deve essere vissuta così, come un bel gioco, come un bel sogno.
Non è amore, lo sappiamo bene, è un’altra cosa, perché è il tuo umore che detta le regole, ma continua pure così, è solo un bellissimo momento della tua vita.
Nella prima parte del rapporto non ti serve la verità, quella lasciala da parte, sai che c’è e che la puoi usare in caso ti servisse. La verità la devi usare solo per non fare errori, per non fare e non farti del male, per non creare inutili strappi e sofferenze.
È nella seconda parte del rapporto che invece la verità serve proprio, che è la fase altruistica, la fase della concretezza, della maturità, la fase della famiglia. Solo la verità può permettere alla famiglia di crescere in armonia, gioia e serenità; non certo i sogni, le false illusioni e i castelli in aria che poggiano su delle nuvole.
Certo, è un’altra cosa, sicuramente meno bella ed entusiasmante, ma comunque positiva e concreta. Sogna quando serve sognare ma ad un certo punto devi per forza tornare ad essere vero e realista.
Considera l’inizio del rapporto solo come un gioco, un bel gioco che ti fa vivere bene, niente di più di questo, e tu sei solo una persona felice che sta giocando. Chiamalo pure amore e vivilo così com’è, anche se non lo è, ma quando serve chiamalo umore e vedrai che in questo modo non sbaglierai un colpo.

Intervista di Barbara Bertasi

Freddo, ironico, lapidario, quasi cinico sul mito dell’amore, di coppia, legame derivante da un bisogno personale, egoismo che ci unisce ma poi ci divide, in stretta relazione con i toni dell’umore che potrebbe, forse, per tutti essere migliore se riuscissimo ad amare l’unica cosa che ci appartiene: noi stessi e la nostra unica, breve ma stupenda vita. Si chiude con questa esclamazione positiva, un invito a esprimere nuovamente la nostra spiritualità e umanità, “Amore ed Umore”, il libro saggio di Federico Leso, auto pubblicato in formato cartaceo e digitale. Sono 178 pagine, da leggere confrontandosi con se stessi, oltre che con l’esperienza di questo autore, medico del 118 di Verona, a cui anche il lavoro ha insegnato a vedere, dice, in certi accanimenti terapeutici verso i propri cari apparenti atti d’amore che sono in realtà egoistici rifiuti della sofferenza del lutto. “Amore ed Umore”, spiega, è un saggio, scritto in forma di dialogo, in cui l’autore si confronta con un altro da sé, un amico immaginario che gli fa da contraddittorio sul tema affrontato, principalmente l’amore di coppia, nelle varie declinazioni, pure familiari, ma anche molti altri aspetti della vita, che possono sembrare banali ma sono importanti per farci stare bene, per non essere succubi di idee che ci possono solo fare sentire a disagio, inadeguati alle situazioni e, parlando di amore, delusi dal fatto che il sentimento su cui si è tanto puntato, quello che farebbe girare il mondo, sembra proprio non girare o, almeno, non girare per il verso giusto. Per diverse ragioni. Il testo ne suggerisce varie. Per tutti però varrebbe una regola, da tenere presente, e su cui Leso ha elaborato la propria teoria. L’umore che può migliorare in base ai nostri comportamenti, regola ogni nostra azione e anche l’amore è legato a questo stato d’animo.

Intervista di Silvia Beltrami

Un testo che fa meditare, realista, in certi punti ironico, una lettura che fa riflettere sui rapporti di coppia, dall’innamoramento all’amore, alla famiglia, alla separazione… Alla base del saggio la teoria dell’umore come funzione biologica…

federicoleso@virgilio.it